Informazioni storiche sulla chiesa della confraternita di Santa Croce

A cura di Biblioteca di Marene – versione di Michele

Confraternita della Santa Croce – Battuti Bianchi

Alcuni scritti della fine del XIV secolo relativi alla pubblica assistenza attestano l’interesse del comune di Savigliano per la « Confratria… de Marenis e Sancti Spiritus». In seguito, nel 1444, raccolto un buon numero di adesioni, per soddisfare le legittime aspirazioni dei marenesi la confraternita presentò richiesta al Consiglio Comunale(di Savigliano), il quale a sua volta il 24 agosto inoltrò la richiesta all’arcivescovo di Torino ed al consiglio cismontano, affinché acconsentissero alla costituzione di un’associazione di persone dette battuti e all’erezione di una « crosata», cioè di una chiesa ove riunirsi per pregare e  flagellarsi in ossequio a Gesù Cristo. La costruzione della chiesa fu realizzata negli anni immediatamente successivi e l’interno fu tutto affrescato

La confraternita in origine non si proponeva finalità esclusivamente mistiche e religiose. Infatti, oltre ad aiutare gli eretici che passavano alla chiesa cattolica, aveva pure l’incarico di assistere gli infermi, gli orfani ed i trovatelli, accompagnare i funerali e soccorrere i poveri. 

I mezzi finanziari per il sostentamento della congregazione erano raccolti mediante offerte e collette del grano.

La chiesa della confraternita di Santa Croce ebbe in Marene una rilevante importanza anche perché dalla metà del XVI secolo alla metà del XVIII secolo fu il luogo di culto più frequentato del paese. Infatti la chiesa parrocchiale, oltre ad essere lontana, era malsana, indecorosa ed in cattivo stato. L’importanza assunta in quel periodo dalla chiesa della confraternita è dimostrata dal verbale di una visita pastorale, effettuata a Marene nel 1584, da cui risulta che essa custodiva il Sacramento. La confraternita assunse funzioni di parrocchia dal 1732 al 1741, cioè nel periodo in cui non era ancora stata costruita la nuova chiesa parrocchiale e la vecchia era stata abbattuta perché pericolante.

Durante questo periodo, per meglio assolvere alle funzioni a cui era adibita, fu oggetto di importanti lavori di restauro, e le pareti furono ornate con alcuni importanti quadri. Con l’acquisizione dell’indipendenza  comunale la comunità di Marene sentiva infatti la necessità di avere un luogo di culto riccamente ornato e di prestigio al centro del paese(l’attuale Parrocchiale non esisteva ancora). 

Nella nicchia di sinistra è collocato un grande quadro con lo stemma di Marene: la tela dono della famiglia Paliero, è datata 8 settembre 1666 e raffigura la Madonna con Gesù Bambino. Vi sono inoltre i due quadri, il martirio Santa Caterina a sinistra e il martirio di Sant’Agnese a destra. Furono donati nel 1680 rispettivamente da Sebastiano Manna e Giovanni Bertoglio e originariamente erano posti ai lati dell’altare maggiore, con lo sguardo rivolto alla grande Crocifissione del Claret. Le balaustre dividevano il presbiterio dalla navata centrale.

Sempre a sinistra si erge l’altare di San Filippo Neri, impreziosito dalla rispettiva tela raffigurante il santo.

Nel 1660 all’altare posto sul lato destro della chiesa furono associate le compagnie della Madonna del Rimedio e della S.S. Trinità e vi erano i rispettivi quadri ad abbellirlo, rimane solamente il primo. A quanto risulta dall’iscrizione, l’addobbo dell’altare fu ultimato nel 1675 e fu oggetto di lavori di restauro nel 1885. 

Nel presbiterio sopra l’altare maggiore, inchiodato al soffitto a scanso di furti, vi è un quadro di pregevole fattura che rappresenta l’esaltazione della Croce: secondo la tradizione popolare esso fu acquistato dal conte Giacomo Bergera (primo conte di Marene) ad un’asta a Milano, e successivamente donato alla confraternita. 

Nel coro si trova poi uno splendido quadro di Giovanni Claret, datato 1656, che rappresenta Gesù crocifisso con ai piedi la Madonna, la Maddalena e San Giovanni Evangelista. [Giovanni Claret nacque a Bruxelles da un ricco negoziante di Anversa il quale, seguendo le naturali inclinazioni del figlio, lo affidò alle cure di un abile pittore fiammingo formatosi alla scuola italiana; il Claret, venuto in Italia forse per perfezionarsi nell’arte pittorica, si stabilì in un primo tempo a Cuneo e poi definitivamente a Savigliano (1622). Fu autore di stupendi dipinti che impreziosiscono molte chiese, musei e pinacoteche del Piemonte].

A destra dell’altare è presente un altro quadro del Claret. Entrambi i due grandi quadri erano originariamente collocati nella chiesa dei Battuti Neri: la Crocifissione venne quasi subito spostata nei Battuti Bianchi, la tela sorella, la decollazione di San Giovanni Battista, la raggiunse a seguito del restauro della chiesa nel 2009.

Sempre nel coro, ai lati della tela del Claret vi sono due nicchie che racchiudono le reliquie di San Gaudenzio  Martire (nicchia di sinistra) e diSanta Vincenza Martire (nicchia di destra); entrambe recano scolpita la data del 1657. In sacrestia,  in un reliquiario è conservato un frammento di legno appartenente alla croce su cui fu inchiodato Gesù Cristo, e che, secondo quel che afferma il Giordanino, fu donato alla confraternita da Bartolomeo Truchi nel 1761. Si tratta di una delle tante false reliquie, diffuse in tutta l’Europa durante il medioevo, che ebbero grande presa sulle credenze popolari dell’epoca. La reliquia fu oggetto di grande venerazione da parte di tutta la popolazione di Marene, tanto che venne istituita per tutti i venerdì del mese di marzo l’usanza della benedizione con la reliquia. Questo rito si svolgeva la domenica vicina al 3 maggio, per poi essere spostata al 14 settembre, unificando la festa dell’Invenzione della S. Croce con quella dell’Esaltazione della S. Croce.

Nella chiesa vi sono alcune statue: il Cristo Risorto con l’angelo annunciatore, Sant’Elena, la Madonna addolorata e l’Ecce Homo (queste ultime due provenienti dalla Confraternita dei Battuti Neri).

Informazioni storiche sulla chiesa della confraternita di Santa Croce

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